COSA E' CAMBIATO

Il panificio di un tempo sta lasciando il posto ad una tipologia di esercizio dove l’assortimento è fatto anche di focacceria e pasticceria, che si possono portare via con la spesa oppure consumare in loco nei momenti della colazione, del pranzo e fino all’aperitivo serale.


Esigenza di prodotti da conoscere prima di portarli a casa ? 

Necessità di un luogo dove vivere un’esperienza di consumo semplice secondo uno stile di vita moderno ?  

Possibilità di fermarsi più a lungo per intrattenere relazioni attorno alla tavola  a prezzi ragionevoli ?




Francesca Romana Barberini intervista Roberta Pezzella a Identità Golose 2017 - video Aromi Creativi



Forse un pò di tutto questo. Del resto, in questi ultimi decenni la "creatività" del panettiere italiano si è risolta in quantità inutilmente crescente di ricette di pani e surrogati, che hanno intasato i forni e le ceste dei negozi; e tante di quelle ricette purtroppo senz'anima e senza alcun riferimento alla cultura del territorio, frutto di fenomeni fisico-chimici innescati da ingredienti semilavorati costruiti in laboratorio.





 



UN MESTIERE A RISCHIO DI ESTINZIONE

L’ autoreferenzialità di molti dei panettieri ha generato nel settore poca attenzione verso formule di consumo contemporanee, altrettanta poca sensibilità verso gli aspetti nutrizionali e l’ambiente e scarsa conoscenza di come cambiano i gusti dei consumatori, con il risultato di portare alla chiusura dell’attività una quota consistente dei panifici artigianali di tutta Italia.

E ora dall’estero arriva il fenomeno “BAKERY”, cioè l’ evoluzione dell’antico panificio che torna ad essere il forno inteso come luogo di incontro e, non più, come negozio del pane, dove acquistare soltanto e portare con sé a casa.  

Chiudere un panificio ed aprire una “Bakery” dal taglio contemporaneo è una grande opportunità da cogliere subito, per abbandonare un mercato in declino ed organizzarsi per soddisfare una nuova domanda in fortissima crescita.